sabato 6 marzo 2021

Lettera aperta a Nicola Zingaretti

Caro Nicola Zingaretti
le tue dichiarazioni su Facebook ci hanno colto di sorpresa.
Le abbiamo lette e rilette e abbiamo deciso di scriverti perché tu non proceda con le dimissioni.
Tu parli di attacchi quotidiani alla tua persona anche da parte di chi ha condiviso con te tutti i passaggi e le scelte politiche di questi due anni oggettivamente difficilissimi per chiunque e poi aggiungi: “Ma il PD non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il PD”.
Quindi tolgo il disturbo e libero il partito dalla mia presenza.
Pur concordando sul fatto che il PD non può rimanere fermo siamo fortemente in disaccordo che le tue dimissioni servirebbero a risolvere il problema.
Molti degli attacchi ricevuti erano legati, secondo alcuni dirigenti  delle varie aree del partito, alla necessità di fare un congresso, poiché negli ultimi due anni “tutto è cambiato” nella vita sociale e politica italiana. 
In realtà l’unica a non essere cambiata è la nostra classe dirigente, in gran parte litigiosa, presuntuosa e arrogante, legata al potere e sempre pronta a sacrificare il bene del partito ai propri interessi personali e di corrente.
Fare un congresso a che scopo? A chi e a che cosa può servire? Credi davvero che l’ennesimo
congresso, fatto sulla falsariga dei precedenti, possa servire per un cambiamento del modo di fare politica sempre dichiarato da tutti i precedenti segretari e mai realizzato in questi 13 anni di vita del Partito Democratico?
E’ fin troppo chiaro che il tuo abbandono, la tua resa, avvantaggerebbe solo chi, per nomina e non per autorevolezza, sa ora solamente dividere, mentre c’è bisogno di unire e ricomporre. 
Sarebbe anche per tutti noi una grande delusione, l’inizio di un film già visto ma soprattutto la fine di un sogno: il PD, che molti di noi hanno contribuito a fondare, ma che non ha mai saputo mantenere la promessa di essere un “partito nuovo” diventando semplicemente un “nuovo partito” uguale ai tanti  del passato.
Quando sei  diventato il nostro segretario abbiamo sperato che avresti chiuso le stagioni delle correnti, delle lotte intestine, degli intrighi di palazzo, delle polemiche continue tra chi aveva vinto il congresso e chi lo aveva perso, che avesti cercato di formare una classe dirigente che avesse come primo obiettivo il bene comune (“prima le persone”)   che ci sapesse portare fuori dalle sabbie mobili di una politica vecchia, autoreferenziale, immobile, incapace di cambiare se stessa e il mondo che è chiamata a governare.
Purtroppo l’epidemia covid19 ci ha costretto ad affrontare problemi e situazioni difficili e complicate, mettendo in luce tutte le nostre fragilità, e in crisi le nostre certezze. 
Come PD abbiamo smesso di progettare il futuro e ci siamo occupati del contingente. 
L’alleanza complicata coi 5 stelle, l’ennesima scissione con l’uscita di Renzi, i rapporti difficili con Italia Viva, le resistenze interne di alcune aree del nostro partito hanno reso la situazione ancora più tortuosa e alcune scelte fatte non sono state comprese dalla base e dal nostro elettorato.
Tu hai sempre cercato l’unità ma questo merito non ti è mai stato riconosciuto.
Siamo poi arrivati al governo Draghi che ha reso ancor più difficile la nostra posizione riducendo la nostra rilevanza politica costringendoci ad una minor influenza sulle decisioni da prendere per il futuro del paese. 
Ma proprio per questo deve essere nostra ambizione prepararci al futuro che in qualche modo ci impone una nuova visione del Mondo, dell’Etica, dell’Ambiente, dell’Economia, della Cultura, del Lavoro e della Politica perché sia davvero di tutti: a partire dalla giustizia sociale, dal bene comune, dalla sostenibilità, dal rispetto per la casa comune.
Oggi non abbiamo bisogno di un congresso che nascerebbe sull’onda di scontri personali e finirebbe, quindi, per diventare l’ennesima battaglia di potere: manderebbe certamente in secondo piano la costruzione di un nuovo progetto politico con il massimo coinvolgimento della nostra base e della società civile. 
Serve qualcosa di nuovo, serve cambiare passo, serve un momento di ascolto, riflessione e confronto per alla fine fare sintesi e dare al nostro partito una rinnovata identità, una nuova visione del mondo, un programma e una linea politica condivisa.
Se non ricordiamo male questa era la tua idea: una grande assemblea programmatica con un percorso che deve partire dalla base (circoli, società civile, associazioni,…) per arrivare ad una grande assemblea capace di raccogliere tutti i suggerimenti e le proposte pervenute e farne una sintesi da condividere e approvare con un referendum finale tra tutti gli iscritti elettori e simpatizzanti.
Per questo caro Nicola Zingaretti ti chiediamo di ripensarci e di ritirare le tue dimissioni e di portare avanti il tuo progetto iniziale. Noi ci abbiamo creduto e ci crediamo ancora.
Siamo stanchi di essere sempre delusi nelle nostre legittime aspettative, di non essere mai ascoltati dalla nostra classe dirigente, vogliamo cambiare questo partito perché crediamo  sia l’unico che può dare una vera svolta e un futuro al nostro paese. 
Con immutata stima e fiducia
Massimo Balliana per Il Circolo di Bovezzo
Roberto Ronchi per Il Circolo di Concesio
Senestrari Luca Segretario Circolo di Nave
Riccardo Cropelli segretario circolo di Caino
Giovanna Benini componente segreteria PD provinciale
Clara Ricci circolo di Gardone Val Trompia
Orietta Truffelli per il Circolo di Travagliato
Leila Moreschi componente della direzione provinciale di Brescia
Adelaide Baldo Circolo Brescia Nord

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